Description
IL LIBRO
In una collocazione temporale non ben definita e in luoghi fisici fluidi, dove c’è una bruttezza quasi protagonista assoluta a delinearli, esseri umani assuefatti a una mostruosità divenuta quotidiana e “naturale” si fanno protagonisti di una storia sull’assenza e sullo smarrimento; là dove entrambe le cose vengono considerate come “lo sconosciuto”, che si inserisce in tale quotidianità che non distingue più il male dal bene, ma il male dal male. Un luogo, identificato come “il recinto”, dove la vicenda ha il suo inizio e, forse, il suo epilogo, è una discarica esistenziale. Lo sconosciuto è impersonale, non ha nome; nessuno ha un nome. È in tutti coloro che dovrebbero definirsi come esseri umani, ma che di umano hanno perso ogni traccia. Restare aggrappati all’unica speranza che ci dice che alla fine anche il male muore, non dà alcuna certezza che possa rinascere qualcosa di migliore. La consapevolezza che siamo molto peggio di ciò che mostriamo è l’unica dolorosa strada per un ritorno all’essenza dell’essere.
L’AUTORE
Nato a San Vitaliano (Na) nel 1968, Francesco D’Angiò è spo-sato e residente a Matera. Esordisce nel 1997 con la pubblicazione di un racconto per una casa editrice pugliese, da titolo “Siamo tutti normali”. Come ogni autore nutre l’aspettativa di poter riprendere il filo interrotto della narrazione. Ha partecipato ad alcuni concorsi letterari, conquistando piazzamenti lusinghieri.
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